I principi chiave e le fasi del processo di design thinking (Edipo)

Se hai già sentito parlare di Design Thinking, potresti essere a conoscenza del fatto che è un approccio che si occupa di risolvere problemi complessi in modo creativo e incentrato su di sé. Per cui qualcosa che è completamente sotto il tuo controllo, e sai quanto sia importante avere il più possibile la responsabilità diretta dei tuoi progetti. 

Ora andiamo a vedere da vicino che aspetto ha il Design Thinking in azione e cosa comporta concretamente il suo processo.

In questa guida, ti dirò, in qualità di tuo coach, tutto ciò che devi sapere sul processo di Design Thinking, incluso da dove viene, perché è così prezioso e per cosa viene utilizzato. Esploreremo quindi in dettaglio le cinque fasi del processo di Design Thinking.

1. Cos’è il processo di Design Thinking?

Prima di avvicinarci al processo del Design Thinking è importante fare i conti con l’ideologia che c’è dietro, ovvero il processo che lo rende così prezioso per te. In termini semplici, il Design Thinking è una metodologia che mira ad affrontare problemi molto complessi.

I problemi complessi sono quelli che sono difficili da gestire, perché spigolosi per loro natura, definire, perché pieni di cause ed effetti, e quindi difficilmente risolvibili utilizzando approcci consueti. Sono l’opposto dei problemi semplici, come quelli che ci davano da risolvere nelle scuole primarie (quanto fa due più due?) che possono essere risolti applicando un algoritmo o una logica collaudati. Esploriamo ora in modo più dettagliato i problemi complessi vs. semplici.

Problemi complessi contro problemi semplici

Immaginiamo di organizzare una cena per sei persone. Hai scelto una ricetta per la zuppa di patate e hai acquistato tutti gli ingredienti necessari. All’ultimo minuto, uno dei tuoi ospiti chiede se può portare con sé tre amici; ora hai bisogno di zuppa di patate per nove persone! Fortunatamente, questo problema è facilmente risolvibile: dovrai semplicemente moltiplicare le quantità di ciascun ingrediente sulla ricetta per fare più zuppa.

Questo è un esempio di un problema semplice. Sulla base di ciò che sai sulla cucina e applicando un po’ di logica, sei in grado di trovare rapidamente una soluzione. I problemi complessi, d’altra parte, non hanno soluzioni a portata di mano. Infatti, più cerchi di risolvere un problema di questo tipo, più rischi di espanderlo!

A differenza del nostro enigma della cena a base di zuppa, i problemi complessi non hanno una soluzione definitiva. Cose come il cambiamento climatico, la povertà e la fame nel mondo sono esempi spesso citati di problemi complessi; devono essere affrontati da più angolazioni e, piuttosto che cercare un’unica risposta, richiedono una risposta che anticipi come il problema potrebbe evolversi e mutare. Il tuo Obiettivo che tipo di problemi solleva: di natura semplice o complessa?

Basteranno alcune azioni sommate nel tempo secondo una logica basica per raggiungerlo, o dovrai affrontare contesti e situazioni decisamente più complicate per ottenere il tuo risultato finale?

I problemi complessi sono ovunque, soprattutto negli obiettivo importanti. Sarà perché, più una cosa è importante per noi, più tende a sfuggirci. Desideriamo in misura maggiore le cose più complicate da ottenere. Ma proprio qui risiede il segereto: il desiderio, più forte è, più alimenta la motivazione ad ottenerlo.

Il Design Thinking, per risolvere questo tipo di situazioni, promuove un approccio fuori dagli schemi, con grande enfasi sulla creatività, l’innovazione e le esigenze personali. A differenza di quel tipo di pensiero basato sui problemi, che tende a fissarsi su ostacoli e limitazioni, il processo di Design Thinking è incentrato sulle soluzioni. Fornisce una serie non lineare di passaggi che puoi seguire per trovare idee innovative e attuabili. 

Ora che sappiamo che tipo di problemi complicati dobbiamo affrontare, vediamo come si presenta il processo di Design Thinking in azione.

Il processo di Design Thinking in azione

Comunque tu scelga di implementare il processo di Design Thinking, l’obiettivo è lo stesso: affrontare problemi complessi da una prospettiva semplice. Il processo di Design Thinking promuove la creatività, l’innovazione e la centralità del sé.

Il processo di Design Thinking mette al primo posto le tue esigenze consentendo di trovare soluzioni innovative a problemi complessi ridefinendo lo spazio del problema e cercando di affrontare solamente le sfide che vale davvero la pena risolvere. Saprai che ne vale la pena perché sono compiti connessi al tuo Obiettivo. Se non lo sono, vuol dire che puoi lasciarli da parte per concentrarti sull’essenziale. Facilmente scoprirai che l’80% dei problemi che hai oggi sono accantonabili e che, concentrandoti su un 20% utile, raggiungerai comunque i tuoi scopi e, probabilmente, risolverai buona parte dei problemi lasciati da parte.

Il processo di Design Thinking favorisce il lavoro di squadra e la collaborazione: per questo motivo, considera di avvalerti dell’aiuto, del supporto e della collaborazione di persone fidate.

Il processo di Design Thinking offre un comprovato vantaggio competitivo: le persone che usano il design hanno dimostrato di essere più proattive, efficaci ed efficienti delle altre che non lo fanno. Questo perché, come già accennato, lo scopo del processo di Design Thinking è quello di proporre soluzioni davvero possibili.

Le 5 fasi del processo di Design Thinking

Il processo di Design Thinking può essere suddiviso in cinque passaggi chiave: Empathize, Define, Ideate, Prototype e Operate.

Quando si considerano i cinque passaggi del Design Thinking, è importante ricordare che non si tratta di un processo lineare. Anche se parliamo del processo in termini di passaggi sequenziali, in realtà è un ciclo altamente iterativo. Con ogni fase, farai nuove scoperte che potrebbero richiedere di rivisitare le fasi precedenti.

Con questo in mente, consideriamo più in dettaglio le cinque fasi chiave del processo di Design Thinking .

1. Entra in empatia

Il processo di Design Thinking inizia con l’empatia. Per creare contesti desiderabili, devi capire chi sono i tuoi interlocutori e di cosa hanno bisogno. Quali sono le loro aspettative in relazione alla proposta o ai cambiamenti che stai portando? Quali sfide e punti deboli devono affrontare in questo contesto?

Durante la fase di empatia, trascorrerai del tempo osservando e interagendo con altre persone, come con strumenti e risorse, vedendo come interagiscono tra loro. Quindi, come primo passo nel processo di Design Thinking, la fase di empatia ti incoraggia a metterti in comunicazione con ciò che ti circonda cogliendone aspetti prima poco evidenti. Va da sé che le vecchie supposizioni, paradigmi e schemi devono essere messi da parte per essere davvero in grado di progettare uno scenario diverso e vantaggioso per tutti gli attori in gioco.

2. Definire

Nella seconda fase del processo di Design Thinking, definirai nello specifico il problema, o i diversi problemi connessi tra loro e col tuo obiettivo, che desideri risolvere. Innanzitutto, raccoglierai tutte le tue scoperte dalla fase di empatia e inizierai a metterle insieme. Quali schemi comuni hai osservato? Quali esigenze e sfide degli altri sono emerse? Di cosa hai bisogno in termini di risorse, e queste risorse di cosa hanno bisogno per essere davvero utili?

Dopo aver fatto la tua analisi, formulerai quella che è nota come dichiarazione del problema. Una dichiarazione del problema, a volte chiamata dichiarazione del punto di vista (POV), delinea il problema o la sfida che cercherai di affrontare, come anche problemi e sfide degli altri attori.

Quindi, piuttosto che inquadrare la tua affermazione del problema come un obiettivo personale – “Devo aumentare del 30% i miei guadagni mensili” – lo inquadrerai dal punto di vista generale: “Gli altri nel mio ufficio hanno bisogno di ottenere più valore da me. Se sono conveniente sono convincente!”

Entro la fine della fase di definizione, avrai una chiara dichiarazione del problema che ti guiderà durante tutto il processo di progettazione. Questo costituirà la base delle tue idee e delle potenziali soluzioni.

3. Ideare

La terza fase del processo di Design Thinking consiste nell’ideazione o generazione di idee. A questo punto, sai chi sono le tue esigenze, quelle dei tuoi interlocutori, e quindi cosa impedisce oggi di avvicinare questi due estremi: te e gli altri.. Ora è il momento di trovare le soluzioni.

La fase di ideazione è una zona libera da giudizi in cui devi avventurarti fuori dal consueto. Devi, cioè, pensare fuori dagli schemi. Imposterai nella tua Agenda sessioni di brainstorming per generare quante più idee possibile, indipendentemente dal fatto che siano fattibili o meno! Per la massima creatività, abbi cura di svolgere queste sessioni in luoghi insoliti.

Durante questa fase del processo di Design Thinking, farai continuamente riferimento alla tua dichiarazione del problema. Mentre ti prepari a passare alla fase successiva, restringerai il campo ad alcune idee che poi trasformerai in prototipi da testare sul campo. Usa la tua Agenda per scrivere i risultati ottenuti.

4. Prototipo

Nella quarta fase del processo di Design Thinking, trasformerai le tue idee in prototipi. Un prototipo è essenzialmente una versione ridotta di un comportamento o di un cambiamento più strutturato. Sarò un semplice modello di base dal quale partire per sviluppare la tua soluzione.

Lo scopo della fase di prototipazione è trasformare le tue idee in qualcosa di tangibile che possa essere testato sul campo. Osservando le reazioni degli altri e testando la risposta delle risorse su cui conti. Questo è fondamentale per mantenere un approccio incentrato su di te, che consente di raccogliere feedback prima di andare avanti e sviluppare l’intera soluzione. Ciò garantisce che il progetto finale risolva effettivamente il tuo problema (o i tuoi problemi) e che sia il più semplice possibile da implementare nella tua vita. Ridurre all’essenziale è lo scopo di questa fase.

5. Metti all’opera

La quinta fase del processo di Design Thinking è dedicata all’operatività: calare i tuoi prototipi in situazioni reali e vedere come se la cavano. Che risultati effettivi portano le tue nuove idee? Puoi scoprirlo solo mettendole in pratica. Prima hai preparato lo scenario migliore, ora lo realizzi, testandolo. In questa fase di test osserverai gli altri con molta attenzione. Cogliendo ogni minima sfumatura raccoglierai anche feedback su come si sono sentiti e hanno avuto esperienza della tua soluzione.

La fase di test evidenzierà rapidamente eventuali difetti di progettazione che devono essere risolti. Sulla base di ciò che apprendi attraverso i test, tornerai indietro e ideerai nuovi miglioramenti al prototipo. Ricorda: il processo di Design Thinking è iterativo e non lineare. I risultati della fase di test ti richiederanno spesso di rivisitare la fase di empatia o di eseguire qualche altra sessione di ideazione prima di creare un sistema del tutto nuovo e vincente.

5. Diventare esperti di Design Thinking

Con tutto questo parlare del processo di Design Thinking e di quanto sia prezioso, potresti chiederti come puoi saperne di più sul Design Thinking e alla fine iniziare ad applicarlo al tuo lavoro.

Un buon punto di partenza è la progettazione e il confronto, grazie alle quali puoi praticare le tue capacità nel creare soluzioni intuitive che risolvano le tue reali esigenze, come quelle degli altri attori coinvolti.

Imparare e metterti in gioco, trovando nel confronto l’utile palestra per le tue doti di design thinker ti aiuterà a capire meglio come portare ciò che sembra solo teoria nella tua vita reale in contesti controllati e pienamente gestiti da te. L’opportunità che offre Agenda Coach di un affiancamento da parte di uno o più di un coach, fornisce un prezioso supporto alla messa in atti di modelli come il Design Thinking e ti garantisce di applicare ogni fase del suo processo a un problema nel mondo reale moltiplicando le possibilità di riuscita.

Il consiglio è quello di dare un’occhiata a questa pagina per migliorare anche solo il tuo Design Thinking. Potrai decidere, poi, se continuare sviluppando una vera e propria partnership con i tuoi coach: sarà come avere un team che lavora ai tuoi obiettivi. Una formula innovativa ed estremamente potente al coaching personale, non credi?

Se desideri saperne di più su come contestualizzare il processo di Design Thinking, o trovare risposta ad una domanda che ti permetterà di migliorare nel tuo percorso di designing, compila il form con i tuoi dati e la tua domanda, e un coach ti risponderà in breve giro. Questa è una delle facilitazioni che ottieni grazie alla tua speciale Agenda.

Come abbiamo visto, il processo di Design Thinking può essere applicato a tutte le aree della tua vita, in particolare a quelle connesse al tuo Obiettivo finale. È uno strumento che può essere utilizzato da chiunque, in qualsiasi situazione, per favorire l’innovazione e trovare soluzioni creative a problemi complessi. Che tu sia in un periodo difficile, o voglia semplicemente ottenere unostrumento di focus in più da aggiungere a quelli che stai costruendo grazie al tuo Coach, il processo di Design Thinking trasformerà il modo in cui pensi, interagisci e sviluppi idee.


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